martedì 6 aprile 2010

ecco il mio bellissimo e... incoraggiante per chi ha paura!!!

Ecco il mio bellissimo e... incoraggiante per chi ha paura!!! Saro' un po' lunga...

Ciao, mi chiamo Marta, ho 32 e circa due anni fa, precisamente il 3 dicembre 2007, sono diventata mamma per la prima volta di uno splendido angioletto di nome ANDREA.

Il mio racconto, spero, sia da incoraggiamento per quante hanno paura di affrontare un evento così "faticoso" sia a livello emotivo che fisico come il parto, timori comprensibili, che verranno magicamente cancellati nel momento in cui vedrete i vostri gioielli... Me lo dicevano che ti scordi tutto e confermo: è proprio così.
Quando ero incinta cercavo di informarmi "ansiosamente"sull'argomento "parto naturale": chiedevo a tutte le mamme com'era andata, se la sofferenza era umanamente sopportabile,mi informavo sui rischi, confidavo le mie paure... E mi sono accorta che la maggioranza (credetemi) avevano avuto il taglio cesareo: per alcune era necessario, per altre il medico l'aveva suggerito per evitare rischi ("che percentuale alta di parti a rischio! MAH.." osservavo perplessa tra me e me), altre addirittura avevano scelto questa strada per paura del dolore(!!!). Io, che sono molto ansiosa e anche poco sicura delle mie capacità, ero terrorizzata dall'idea di non farcela e di perdere il controllo, però mi ripetevo che è una cosa naturale, e quindi, se non ce n'è bisogno, non c'è motivo di andare contro natura. Avrei voluto frequentare corsi di preparazione al parto, ma dalle mie parti (sono della provincia di Caserta) li organizzavano solo a Caserta città e fare 75 Km ogni volta non era del tutto "riposante" per me. Quindi, a malincuore, non ho fatto tale esperienza.
Durante la gravidanza è andato tutto bene, a parte una forte nausea e vomito frequente i primi tre mesi (avevo i valori delle BHCG alle stelle, molto più alti della norma). Ho condotto una vita normale:
uscivo, sono andata in vacanza, facevo ogni sera delle passeggiate di un'ora, negli ultimi mesi ho frequentato la piscina. All'ottavo mese, durante una visita di controllo, il mio ginecologo mi raccomanda di stare un po' più a riposo perchè l'utero era già dilatato e rischiavo di partorire con un pochino di anticipo. Ma io non ce la facevo e sono andata in piscina sino all'ultimo, stando attenta a non esagerare, naturalmente. Ad ogni visita il medico diceva che era una questione di giorni. Intanto i giorni passavano, e addirittura è passata anche la data presunta del parto, il 25 novembre.
Ero diventata pesantissima nell'ultimo mese (ho messo 13 kg: non sono poi tantissimi, però mi sentivo una mongolfiera). Ogni tanto facevo qualche tracciato per monitorare la situazione, e mi dicevano "Questo bambino si muove tantissimo" (ahimè, dovete sapere oggi come si muove!!). Ero molto in ansia, la notte ero insonne e pensavo:"Ce la farò? Sarà un parto terribile come quando mamma mi ha partorito?" (mia madre mi ha sempre descritto con minuzia la mia nascita, davvero terrificante).
Non vi nascondo che l'ansia mi faceva piangere e mio marito non riusciva
tanto a capirmi, mi diceva che ero esagerata. Io gli ho sempre detto che avrei voluto che lui assistesse al parto, perchè la sua presenza mi rassicurava; lui era un po' titubante e io l'ho vissuto (sbagliandomi) come un suo volermi abbandonare. Ne ho sofferto. Sapete, è proprio vero che si torna un po' bambine:mi sentivo fragile e vulnerabile.
Domenica 2 dicembre 2007: mi sentivo molto giù. Tornando da casa dei miei, la sera, dico a mio marito che voglio fermarmi in chiesa a sentire la messa. Lui non poteva stare con me perchè dovevano venire a casa delle persone per motivi di lavoro.
Non so, vi sembrerà infantile: durante la messa iniziai a piangere (mi nascondevo, mi vergognavo tanto) e pregavo affinchè andasse tutto bene. La mia si chiamava paura: del parto, di come sarebbero andate le cose, del cambiamento, di non essere all'altezza del titolo di mamma... Uscendo fuori incontro due amici che volevano riaccompagnarmi ma io insisto: voglio tornare a casa a piedi, voglio fare due passi, e pensare.
"Ho un pochino di mal di pancia, ma ieri ho mangiato le cicorie. La colite è sempre con me!" penso. I miei amici mi propongono di andare al cinema. "Mi sento stanca, Vittorio, non mi va" .
Il giorno dopo mi sveglio presto: finisco di preparare un grosso albero di Natale che io e Vittorio (ah, Vittorio è mio marito) avevamo montato il giorno prima. Gli addobbi toccano sempre a me. Devo sbrigarmi: alle 10 mi viene a prendere mamma, dobbiamo andare in clinica a fare un'altro tracciato. Si farà tardi! "Che barba" penso.
Quando l'ostretica mi visita dice "Ma hai sentito il ginecologo?" "Perché, c'è qualche novità?" "Ci sono delle contrazioni". Io non avvertivo nulla...
Mentre aspettavo il mio turno per la visita esprimevo a mamma la mia gioia: speriamo sia la volta giusta!!! Stranamente l'ansia era sparita, rimaneva la voglia di far nascere il mio Andrea.
Il ginecologo mi dice che il giorno dopo avrei dovuto ricoverarmi perché entro due giorni il bimbo doveva nascere.
Torno a casa, mio marito non c'era (sarebbe tornato intorno alle 19) e dico a mamma: "Sono stanca, ora sistemo il salotto e poi vado a dormire". Mia madre insiste nel farmi andare a casa con lei, io sono titubante, vorrei riposare nel mio letto...poi mi decido e vado con lei. Pranziamo e poi ci andiamo a distendere sul lettone dei miei.
Dopo mezz'oretta (ore 15 circa) avverto qualche doloretto. "Saranno contrazioni" dice mia madre "No, lo escludo, sono lievi, sembra più colite; provo ad andare in bagno" rispondo. Lì vedo che ho una macchiolina di sangue; allora capisco: "E' arrivato il momento".
In quel momento squilla il telefono: è la sorella di mio marito. "Volevo sapere come va". Io le racconto del "sangue".
"Corri, corri, è arrivato il momento! Non ti preoccupare, avviso io mio fratello e i miei" (=mio marito e i suoceri).
Avevo una contrazione ogni 10-15 minuti. Ma dei doloretti molto lievi.
Andiamo a casa ad aspettare mio marito e a prendere le valigia. Chiamo il ginecologo. "Se sei in ansia, avviati tra un'oretta, ma c'è ancora tempo" mi dice. Decido di fare un bagno. Contrazioni ogni 4-5 minuti, sempre lievi. Mia madre: le contrazioni sono frequenti, dobbiamo andare, non puoi perdere tempo!!" Ripeteva agitatissima. Ma io pensavo "Mi prenderanno in giro, io non sto soffrendo, ci sarà ancora tempo... però in effetti sono frequenti e regolari". Torna mio marito e mi convinco ad andare.
Vittorio comunica,serafico: "C'è un problema: è scaduta l'assicurazione e non me ne sono accorto...In un attimo la rinnovo" "Non ti preoccupare, sto bene". In auto, aspettando mio marito (e i miei, in un'altra auto, ansiosissimi) guardavo l'orologio: contrazioni ogni due minuti.
Corriamo verso l'ospedale. Alla "reception" mi chiedono i miei dati: mia madre balbetta, mio marito si è ammutolito, io sono agitata e comincio a piangere. Mio padre, allarmato: "Stai molto male?" "No, per nulla, è tutto sopportabile, ma non immaginavo cose così precipitose." La ginecologa di turno mi visita e subito avverte il mio dottore di venire all'ospedale subito. Mi comunicano che ho una dilatazione di 7 cm!!! Che tempi record!!!
Faccio il travaglio in piedi, camminando, mia madre "Ma non sei stanca, fermati" mio marito che faceva domande nel pieno delle contrazioni, ormai frequentissime, e non capiva perchè non rispondevo (già il fatto di esser uomo giustifica tali comportamenti, in più lui era fuori di testa, per non parlare di mia mamma: ero io che dovevo dare supporto a loro!!!). Ad un certo punto mi costringono a sdraiarmi perché il bambino "rimaneva un po' alto, nonostante la dilatazione massima". Flebo per velocizzare i dolori e dovevo spingere. Ma come si spinge? Avevo letto qualcosa, ma tra il dire e il fare... Una mezz'oretta di dolori che mi facevano lamentare un po' e di tensione perchè non sapevo come spingere. MA MI IMPEGNO.
E CI SIAMO.
In sala parto entro e mi appoggio subito sulla poltrona: "Vi prego, fatemi partorire in piedi, non voglio assolutamente stendermi" imploro. "Signora non è possibile, La prego, un po' di collaborazione e faremo presto."
Mio marito sulla porta, indeciso se entrare o no...alla fine si decide ed è dietro di me. "Dove sei? " "Sto qua".
La posizione è brutta, ma i dolori, ad un certo punto, è come se sparissero. Non ho lanciato un grido, nulla. Senza epidurale; non ho avuto nessun punto
ALLE 20:03 del 3 DICEMBRE 2007, tra gli applausi dell'équipe "SEI STATA BRAVISSIMA!!!" nasce il mio amore ANDREA: 49 cm per 3,510 KG, Apgar 9. E' amore a prima vista.
Mi "puliscono"; poi mi dicono "possiamo andare". Mi alzo e, senza nessun sostegno, vado nella mia stanza.
Alle 21 arrivano parenti e amici stretti. Papà mi dice che è sveglissimo e ha due occhi azzurri meravigliosi.
Rivedo il mio Andrea, nel nido, alle 24. Ma la notte ANDREA non è con me ed è lunghissima. Conto i minuti alle ore 5.
Alle cinque attendo che me lo portino: è l'ultimo, ad ogni rumore delle rotelle delle cullette fremo: "E' lui??" E quando arriva mi fissa con quegli occhioni azzurri spalancati.

Quegli occhioni birichini che, ancora oggi, parlano senza bisogno di parole.

[Post originale su alfemminile.com]

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